Speak No Evil

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Sometimes people ask me what's the point of watching a horror movie if all it does is scare you and make you feel uncomfortable. The point is in the premise. Good horror is supposed to make you feel uncomfortable to shake you from the lethargy of conventional thinking. It's no coincidence that great horror movies (or books) are usually ferocious critiques of societal conventions and the status-quo. That's what horror does best.

Speak No Evil is a great example of this. Superficially it is the story of a family trip going horribly wrong, but at heart it is a brutal examination of danish middle-class culture (even though the assessment can easily be extended to the Western world in general). 

Tafdrup's thesis seems to be this:

A perfect life of material comfort, typical of the Danish (Western) middle-class, makes us weak and stupid, and easy prey to evil. 

It's hard to disagree with this. In the West we all cherish our perfect lives of perfect material comfort, but we rarely stop and think about what's that doing to us: making us incapable of even basic survival, too polite to disagree, too scared to put up even the slightest fight. We slowly become more and more detached from our nature and our instincts, trapped in boring comfortable lives that present no challenges to help us grow.

The final 30 minutes of the movie are outright disturbing and a testament to the uncompromising approach the film takes to stay true to its fundamental premise. A rare sight in today's pleasing couch cinema.

A movie like this doesn't disurb for the hell of it, but to challenge preconceptions and make the viewer think. That's what it did to me at least: it made me think about my own weakness and stupidity, and that of the society I'm a part of.

I take a special kind of pleasure in being challenged and even sometimes disturbed because it forces me to rethink my prejudices (and hopefully correct them), and it shakes me from the slumber of "knowing what's up". It pushes me to ask myself: "Why is this disturbing me? Why am I so scared of this?". The answer to questions like these might not be easy to hear, but one must not shy away from it, because it is through this uncomfortable and sometimes painful process that we come to understand ourselves and the world around us a little bit better.

Comfortable art is dangerous for the mind, as it slowly puts it asleep, sometimes never to wake up again. 

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