In un frammento precedente avevo parlato, tra le altre cose, dell'utilità delle categorie umane in relazione all'individualità degli eventi. Volevo precisare questo punto.
Considerazioni di questo tipo si inseriscono in un contesto filosofico molto più ampio: il problema degli universali. In breve, il problema è il seguente: gli esseri umani parlano di continuo usando concetti astratti, quali uomo, donna, montagna, pianeta, etc., che in gergo filosofico vengono chiamati universali. Ma il mondo contiene solo realtà individuali, quali quell'uomo, quella donna, quella montagna, quel pianeta, etc. La mente umana è in grado di riconoscere le similitudini tra diverse realtà individuali e inserirle in categorie generali, che sono utili sia al pensiero che alla comunicazione. La domanda che sorge spontanea però è: dove vivono queste astrazioni? In linea di massima ci sono tre opzioni (sto semplificando molto):
- In una realtà al di là del mondo fisico, che Platone chiamava il mondo delle idee, o Iperuranio (Platonismo)
- Nelle cose (l'Ilomorfismo di Aristotele)
- Nella mente (Nominalismo)
Le questioni filosofiche non possono mai essere risolte definitivamente, a differenza di quelle scientifiche (e anche lì non è chiaro). Detto questo, la mia intuizione e la conoscenza fisica, seppure limitata, che ho del mondo, mi porta a preferire il nominalismo.
Il motivo è semplice. La fisica moderna ammette l'esistenza di leggi di tipo puramente matematico che operano come algoritmi su entità fondamentali quali particelle e campi. Nulla nelle leggi fondamentali della fisica ci parla di scopo, senso, o più semplicemente di categorie generali. Tutto ciò che esiste sono campi, particelle, e i loro aggregati (legati insieme in strutture strettamente logico-matematiche) ed ogni aggregato è unico a modo suo. Non c'è nulla nelle leggi fondamentali, per quanto ne sappiamo, che una volta costituito un particolare aggregato di particelle, gli metta anche un'etichetta che ne renda possibile la categorizzazione. Per quanto ne sappiamo, le leggi della fisica non hanno fine, scopo, o caratteristica mentale alcuna, sono semplici algoritmi meccanici che governano il comportamento microscopico di entità microscopiche.
In una visione del mondo siffatta (che potrebbe essere sbagliata, certamente) è chiaro che qualsiasi categoria, o universale, sia un prodotto della mente umana. Prendete l'esempio della montagna. Esistono le montagne? No, esistono aggregati di particelle di vario tipo, che la nostra mente classifica come montagne per una questione di praticità, anche se il processo secondo cui questo avviene è certamente innato e subcosciente. Ma se il livello del mare improvvisamente si alzasse e la montagna si trovasse così circondata d'acqua, non parlaremmo più di montagna, ma di isola, anche se la struttura fisica della "montagna" rimarrebbe inalterata. E dunque i nostri concetti sono utili astrazioni, ma non hanno nulla a che vedere con la realtà esterna, quello che Kant chiamerebbe il noumeno. Il fenomeno è cosa ben diversa.
E dunque,
Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.
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